Se domani il mondo andasse in pezzi

 

Una volontaria del progetto “Invito alla vita” racconta la sua esperienza di facilitatrice nel gruppo sopravvissuti al suicidio di una persona cara


 

Sono A., insieme a V. facilito il gruppo Invito alla Vita Sopravvissuti al Suicidio. Oggi introduco la mia testimonianza con una frase, letta da qualche parte, di M.L. King:

“Anche se sapessi che domani il mondo andrà in pezzi vorrei comunque piantare il mio albero di mele.”

Perché ho scelto questa frase per iniziare il mio intervento?

Perché questo è un momento non facile per il mondo e sento molto di più la necessità di partecipare alla vita di comunità, il desiderio di esserci per chi mi sta intorno, esserci come dono del mio tempo e delle mie possibilità, piantare anch’io dei semi per il futuro.

La voglia di non essere costretta a spettatrice passiva di cambiamenti epocali, mi determina fortemente a continuare sulla strada del volontariato che ho intrapreso anni fa. Sono convinta che il lavoro volontario sia un arcobaleno fra noi e gli altri, un segno gratuito e disinteressato che regala gioia a chi lo agisce e a chi lo riceve. È riaffermare che ognuno ha tanto da dare per cambiare lo stato delle cose. In meglio, naturalmente.

Il facilitatore è un mediatore e un organizzatore. Costituisce un punto di riferimento per organizzare gli incontri del gruppo e con i suoi interventi aiuta i partecipanti ad esprimersi liberamente, a guadagnare fiducia in se stessi e nel gruppo, perché ognuno riesca a condividere le sofferenze, i passi avanti, e, fondamentali, le speranze.

Nel gruppo di Invito alla Vita Sopravvissuti al suicidio, il rispetto consapevole e la ricerca di sintonia con la sensibilità dei partecipanti sono fondamentali. Come essenziale è entrare in contatto con il momento che i partecipanti vivono, con gli stati d’animo che manifestano, ad ogni incontro.

Ogni partecipante racconta il dolore per la perdita per suicidio di un figlio, di un genitore, di un fratello, di una persona amata. Questo dolore molto spesso non riesce a manifestarsi nei contesti quotidiani, forse perché lo stigma attorno alla parola suicidio è ancora molto sentito nella nostra società o per altri ostacoli di carattere personale che ciascuno incontra.

Nel gruppo, invece, il giudizio non c’è, ognuno trova la possibilità di esprimersi e già parlando di sé e di come affronta la propria sofferenza, trova sollievo e offre a tutti la possibilità di riconoscersi nell’altro, di analizzare i propri momenti, di metabolizzare il vissuto, con la speranza, così facendo, di lenire la sofferenza di ognuno.

Questa partecipazione al gruppo non ha una scadenza predeterminata, e non potrebbe averla. Ognuno costruisce giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, la tempistica del suo percorso di metabolizzazione del dolore. Perciò nel gruppo si ritrovano persone che attraversano momenti diversi, cammini differenti e questo incrociarsi di percorsi offre a ognuno la possibilità di aiutare e di farsi aiutare.

Così ogni gruppo costruisce, incontro dopo incontro, una sua identità una sua storia una sua personalità, intessuta dei racconti di ognuno. Ogni avvicendamento, quindi, comporta inevitabilmente un riassestarsi degli equilibri del gruppo. L’inserimento di nuovi componenti in un gruppo consolidato, necessita di mediazione fra chi arriva e chi c’è già. Sono questi i momenti più delicati della vita del gruppo e il facilitatore ricerca il modo migliore per ridurre al minimo le difficoltà che possano insorgere.

I momenti più emozionanti della vita del gruppo sono quelli in cui germoglia fra i partecipanti una intimità autentica, che supera la barriera dell’estraneità e sfocia in un desiderio premuroso di prendersi cura gli uni degli altri. Come in una famiglia.

Allora, come facilitatore, sento la gioia di aver contribuito a che tutto questo accada.

 

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Destina il tuo 5×1000 all’Associazione AMA, metti la tua firma nella casella che identifica “il sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e riporta il codice fiscale dell’Associazione A.M.A. 96040990226

Maggiori info qui: https://www.automutuoaiuto.it/sostienici/#5xmille

 

➡️ Vuoi sapere di più sul progetto “Invito alla Vita”?

Il progetto “Invito alla Vita, prevenzione del suicidio” coerentemente alle indicazioni in materia di prevenzione del suicidio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, programma e realizza azioni di prevenzione tenendo conto delle diverse realtà sociali, culturali e sanitarie del territorio della Provincia di Trento.

📞 Il progetto gestisce una linea telefonica di ascolto (800-061650) attiva dalle 7 del mattino all’1 di notte

👥 e un gruppo di auto mutuo aiuto per persone sopravvissute (che hanno vissuto la perdita di una persona cara per suicidio)

 

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